I dati INAIL di Maggio sugli infortuni e malattie professionali

I dati INAIL di Maggio sugli infortuni e malattie professionali. Le denunce di infortuni presentate all’INAIL nei primi cinque mesi del 2024, sono state 251.132, in aumento del 2,1% rispetto alle 245.857 dello stesso periodo del 2023, in aumento del 14,5% rispetto a gennaio-maggio 2022, e in aumento del 14,5% rispetto a gennaio-maggio 2021. i dati, pertanto, evidenziano gravi mancanze di applicazione della sicurezza nei luoghi di lavoro.

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Un aumento su base mensile del 21,0% nel 2020, un calo del 22,4% rispetto al 2022 e un calo del 6,8% rispetto al 2019, l’anno prima della crisi pandemica. A livello nazionale, i dati raccolti nel mese di Maggio di ogni anno, mostrano un aumento dei casi sui luoghi di lavoro nei primi cinque mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, passando da 210.234 casi nel 2023 a 212.803 casi nel 2024 (+1,2%) e gli incidenti di viaggio, cioè gli incidenti occorsi nel tragitto da e verso il luogo di lavoro, sono aumentati da 35.623 a 38.329 (+7,6%).

Nel maggio di quest’anno, il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato dello 0,6% nel settore della gestione industriale e dei servizi, (da 184.445 nel 2023 a 185.613 nel 2024), dell’1,7% in quello agricolo (da 10.216 a 10.387), e del 7,7% depositati nei conto Stato (da 51.196 a 55.132).

In particolare, si registra un aumento delle denunce di infortuni sul lavoro nei settori produttivi tradizionalmente più a rischio:

  1. sanità e assistenza sociale (+22,3%);
  2. servizi locativi e di supporto alle imprese (+19,5%);
  3. edilizia (+17,3%);
  4. commercio ( +22,3%) +10,4%);
  5. trasporti e magazzinaggio (+10,1%).

L’analisi regionale, evidenzia un aumento delle denunce di infortuni nelle Isole (+2,9%), seguite dal Nord Est e dal Centro (entrambe +2,4%), dal Nord Ovest (+2,1%) e dal Sud (+0,9%).

Tra le regioni con gli incrementi maggiori figurano Trento (+19,5%), Molise (+6,3%), Calabria (+5,9%) e Puglia (+4,5%), mentre solo l’Abruzzo (-5,0%). %), hanno registrato diminuzioni anche Campania e Basilicata (-2,3% ciascuna) e Liguria (-0,7%).

Confrontando i primi 5 mesi del 2023 e del 2024, l’incremento osservato è legato sia alla componente maschile, che è aumentata del 2,1% (i casi denunciati sono passati da 156.432 a 159.691), sia alla componente femminile, dove c’è stato un incremento del +2,3% (da 89.425 a 91.441).

L’aumento riguarda i lavoratori italiani (+1,4%) e quelli extracomunitari (+7,2%), mentre sono in calo i dati dei lavoratori comunitari (-1,9%). L’analisi per classi di età evidenzia un aumento del numero dei ragazzi sotto i 15 anni (+20,0%), dovuto soprattutto all’aumento degli infortuni tra gli studenti (effetto della proroga dell’assicurazione Inail ex D.L. Lavoro n. 48/2023),20 – fascia di età 34 anni (+2,0%) e fascia di età 55-74 anni (+3,1%).

Al contrario, si sono registrati cali tra quelli di età compresa tra 15 e 19 anni (-3,2%) e quelli di età compresa tra 35 e 54 anni (-2,4%).

Per quanto riguarda le denunce di incidenti mortali, si sono registrati cali tra quelli di età compresa tra 15 e 19 anni (-3,2%) e quelli di età compresa tra 35 e 54 anni (-2,4%).

Nei primi cinque mesi del 2024, sono pervenute all’INAIL, 369 denunce di infortuni mortali sul lavoro, 11 in più rispetto alle 358 dello stesso periodo del 2023, 5 in più rispetto al 2022, 22 in meno rispetto al 2019 e 22 in meno rispetto al 2022. A livello nazionale, i dati raccolti a Maggio di ogni anno, mostrano che i primi cinque mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, 5 casi in più rispetto al 2022, 22 casi in meno rispetto al 2019, 63 casi in meno rispetto al 2020 e 65 casi in meno rispetto al 2021.

A livello nazionale, nonostante la provvisorietà dei dati, i dati raccolti nel mese di maggio di ogni anno per i primi cinque mesi del 2024, mostrano che il numero di decessi sul posto di lavoro è aumentato rispetto allo stesso periodo del 2023, da 271 a 286, indicando che il numero delle morti attuali sta crescendo. Questo aumento ha interessato l’industria e la gestione dei servizi, con il numero di decessi segnalati in aumento da 310 a 312, l’agricoltura (da 36 a 40) e la contabilità pubblica (da 12 a 17).  

L’analisi territoriale evidenzia un aumento nelle regioni del Sud (da 68 a 83 casi), nelle regioni insulari (da 31 a 37 casi) e nel Nord-Est (da 77 a 78 casi), ed una diminuzione nella regione del Centro (da 74 a 65 casi). ). Nel nordovest è in diminuzione (da 108 a 106). Tra le regioni con gli incrementi più elevati figurano Emilia-Romagna (+15), Campania (+7), Calabria e Sicilia (+5 ciascuna), mentre i decrementi più significativi si sono registrati in: Veneto (-14), Marche, Abruzzo, Umbria e friulano. . Venezia Giulia (-4 a testa).

Le denunce di malattie professionali registrate dall’Inail nei primi cinque mesi del 2024, sono state 38.868, con un incremento di 7.522 casi rispetto allo stesso periodo del 2023 (+24,0%). Il tasso di incremento è del 51,9% rispetto al 2022, del 62,5% rispetto al 2021, del 133,0% rispetto al 2020 e del 41,9% rispetto al 2019.

I dati raccolti a maggio di ogni anno indicano un aumento nel settore dell’industria e dei servizi, (aumento del 24,8% da 25.711 a 32.084), nel settore agricoltura, (aumento del 21,2% da 5.343 a 6.475) e i conti pubblici (aumento del 5,8% su 292). 309). L’aumento delle malattie denunciate ha interessato le Isole (+43,9%), il Sud (+32,5%), il Centro (+19,5%), il Nordest (+17,8%) e il Nord Ovest (+13,4%).

In una prospettiva di genere, il numero delle denunce di malattie professionali è aumentato di 5.806 per i dipendenti uomini, da 22.950 a 28.756 (+25,3%), e per le lavoratrici di 1.716, da 8.396 a 10.112 (+20,4%). Tale aumento è dovuto all’aumento dei reclami dei lavoratori italiani da 28.803 a 35.599 (+23,6%) e all’aumento dei reclami dei lavoratori comunitari da 764 a 1.031 (+34,9%) e dei reclami dei cittadini extracomunitari. da 1.779 a 2.238 (+25,8%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare, quelle dell’apparato uditivo e nervoso, rappresentano le tecnopatie più frequenti, seguite dai carcinomi e dalle malattie dell’apparato respiratorio.

Ad oggi, pertanto, possiamo affermare che la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, rappresenta un obiettivo non precìpuo delle aziende e dei datori di lavoro.