RSPP interno o esterno? Per un datore di lavoro alle prime armi, la scelta tra RSPP interno o RSPP esterno, non è di facile valutazione. In questo articolo cercheremo di far riflettere i datori di lavoro sull’importanza di questa figura per poter fare la scelta giusta, basandoci su parametri oggettivi e analitici, non solo empatia e fiducia che ci vengono trasmesse da interlocutori aziendali o siti web.
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Prima di iniziare ad analizzare questi parametri, la prima domanda che un datore di lavoro o un dirigente deve porsi è la seguente:
Perché è importante scegliere il giusto RSPP?
Un RSPP non tecnicamente preparato o con poca esperienza, potrebbe commettere il terribile errore di non identificare alcuni rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori. Se ciò accadesse, verrebbero meno le misure di prevenzione e protezione per gestire quel rischio specifico. Ciò si tradurrebbe in rischi di malattie professionali e infortuni per i lavoratori e possibili guai giudiziari per il datore di lavoro.
A più di 25 anni dall’entrata in vigore del D. Lgs. 626, (da Maggio 2008 D.Lgs. 81/08), una cosa è certa: in azienda i veri attori della sicurezza sono i datori di lavoro, i dirigenti e i preposti, che hanno il compito di attuare le direttive del RSPP. Mentre il profilo di responsabilità del RSPP è legato alle mansioni specificate dal TUSL, Il datore di lavoro ha quasi sempre un profilo di responsabilità solidale, definita dal principio di “culpa in eligendo e vigilando”, largamente contemplato nelle sentenze della Cassazione.
Ciò si traduce in: anche se errori, omissioni o imperizia sono imputabili al RSPP, il datore di lavoro è spesso chiamato solidalmente responsabile (sia civile che penale), essendo suo compito selezionare accuratamente i propri “specialisti della sicurezza sul lavoro “, e controllando il loro lavoro durante la loro esecuzione.
In merito alla “alla culpa in eligendo”, è doveroso ricordare che nel 1994, data di pubblicazione del Decreto Legislativo n. 626, il datore di lavoro doveva comunicare al Dipartimento di Prevenzione il nominativo del proprio RSPP, corredato di documenti comprovanti i suoi requisiti professionali.
Sebbene oggi questo obbligo non esista più, è doveroso da parte del datore di lavoro, verificare i requisiti tecnico – professionali dell’RSPP che intende nominare.
Fatta questa doverosa premessa, soprattutto per i datori di lavoro inesperti dal punto di vista prevenzionistico, vediamo nel dettaglio quali sono i requisiti fondamentali per rispondere alla domanda: RSPP interno o esterno? Prima di rispondere a questo quesito, poniamoci tre fondamentali domande:
1. Quanto costa il servizio RSPP e quanto un infortunio o malattia professionale?
I costi RSPP variano da professionista a professionista e non ci sono tariffe nazionali. I parametri utilizzati dagli RSPP per definire i costi annuali, sono basati sul livello di rischio dell’azienda, sulla grandezza dell’azienda e la tipologia di attrezzature o sostanze utilizzate dai lavoratori. Il costo dipende anche dalla difficoltà per raggiungere gli obiettivi di sicurezza e salute aziendali, quali sono le aspettative, ma soprattutto il tempo impiegato.
Ma se pensate che un bravo RSPP costi troppo, pensate a quanto può costare a un’azienda un infortunio o una malattia professionale in termini di soldi, tempo e casellario giudiziario.
2. Quali requisiti professionali deve avere un RSPP qualificato?
Per intraprendere il ruolo di RSPP esterno, bisogna essere in possesso di almeno un diploma di scuola secondaria superiore e una formazione specifica articolata in tre moduli: A, B e C per un totale complessivo di circa 60 ore, (il monte ore complessivo dipende dal macrosettore at.eco. dell’azienda per la quale si deve prendere l’incarico). Alcuni percorsi di laurea permettono la riduzione delle ore complessive di formazione ed abilitano all’assunzione del ruolo di RSPP datore di lavoro.
E’ di fondamentale importanza, pertanto, verificare che l’aspirante RSPP, possieda i titoli e i requisiti professionali e tanta esperienza, per intraprendere questo delicatissimo incarico.
3. Cosa deve fare un bravo RSPP?
Un bravo RSPP deve innanzitutto analizzare nel dettaglio tutti i processi lavorativi aziendali. Conoscere il ciclo produttivo aziendale, gli ambienti di lavoro e i macchinari e le sostanze impiegate, è fondamentale per poter individuare i fattori di rischio a cui ogni gruppo omogeneo di lavoratori è esposto. Un bravo RSPP deve saper comunicare innanzitutto con il datore di lavoro, i lavoratori e tutte le figure della prevenzione coinvolte.
L’RSPP, attraverso le idonee misure di prevenzione e protezione, deve tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori! Per questo motivo la sua figura, insieme a quella del medico competente, è di fondamentale importanza!