Ambienti severi caldi: misure di prevenzione e norme

Ambienti severi caldi: misure di prevenzione e norme. Un ambiente caldo è caratterizzato dalla presenza di fonti di calore, comprese temperature moderatamente elevate (superiori a 30°C) ed elevate percentuali di umidità. Questi elementi possono essere trovati in ambienti esterni (soprattutto per eventi estivi) e ambienti interni come industrie siderurgiche dove vengono lavorati termicamente metalli o altri materiali specifici o cucine di ristoranti. Per i lavoratori, l’esposizione al calore può rappresentare un fattore di rischio da non sottovalutare, con conseguenze che possono andare dalla semplice stanchezza e disidratazione, alla perdita di coscienza e al colpo di calore.

Di seguito, daremo un’occhiata più da vicino a condizioni di caldo estremo, indicatori di stress da calore e protezioni preventive.

Stress termico: ambienti caldi e freddi severi

Prima di parlare nello specifico di ambienti severi ad alta temperatura, è importante capire – più in generale – quali sono i rischi associati allo stress termico. Questo concetto è legato al microclima, inteso come l’insieme dei parametri fisici che caratterizzano l’ambiente di lavoro e contribuiscono alla salute termica delle persone.

Questi parametri possono essere:

temperatura dell’aria;

Umidità relativa;

temperatura media radiante;

Velocità dell’aria.

A questi fattori di natura oggettiva, vanno aggiunti quelli legati alle caratteristiche personali, che coinvolgono fattori come il metabolismo, l’abbigliamento e il tipo di attività da svolgere. Pertanto, in ambienti estremamente caldi o freddi, le condizioni climatiche possono sovraccaricare pesantemente il sistema di termoregolazione del corpo di un lavoratore, per mantenere il corretto equilibrio termico (termosi).

Pertanto, questo “stress da caldo” influisce non solo sulle prestazioni lavorative delle persone, ma soprattutto sulla loro salute. Il microclima è richiamato, tra l’altro, nell’Allegato IV del D.Lgs. 81/08 (requisiti dei luoghi di lavoro), che fa riferimento a fattori quali la ventilazione, la temperatura e l’umidità degli ambienti nei luoghi chiusi. Cerchiamo invece di farci un’idea migliore di quali siano le norme e gli indici di stress termico in relazione agli ambienti di caldo intenso.

Valutazione del rischio per ambienti ad alta temperatura e severi

Per la valutazione del rischio in ambienti estremamente caldi, esistono due norme tecniche di riferimento. Nello specifico si tratta di: Norma UNI EN ISO 7243:2017 (Ambiente termico – Valutazione dello stress termico del personale nei luoghi di lavoro); Norma UNI EN ISO 7933:2005 (Ergonomia degli ambienti termici – Determinazione analitica ed interpretazione dello stress termico Calcolando lo stress termico prevedibile da calore). Ognuna di queste due norme fa riferimento a due diversi indici di sollecitazione termica.

Nel primo caso si parla dell’indice di valutazione WGBT (wet bulb temperature), che valuta l’accettabilità delle condizioni che portano ad un aumento della temperatura, fino a 38°C. L’indice WGBT consente di stimare rapidamente il rischio di stress da calore. Si tratta di un’analisi preliminare – che può essere effettuata sia per ambienti esterni che interni – e si basa su due fattori: l’attività metabolica del soggetto e la forma fisica del soggetto. Ambienti severi caldi: misure di prevenzione e norme. Questa valutazione, anche se ‘approssimativa’, può ancora essere utilizzata per comprendere la necessità di continuare con un approccio più analitico, con l’indice PHS.

Il Predicted Heat Strain, consente di effettuare una valutazione più affidabile e dettagliata del rischio di stress da calore (tenendo conto di un fattore importante ambiente ad alta temperatura, come la sudorazione). Infine, il terzo metodo di valutazione del rischio studiato dall’AUSL di Forlì, è l’indice di alta temperatura, che si basa sulla misurazione dei parametri di temperatura e umidità relativa dell’aria. Eventuali effetti negativi dovuti all’esposizione prolungata e/o all’intenso affaticamento fisico, possono essere compresi incrociando il grafico dell’Indice di Calore con l’Heat Index,. Per i dettagli, qui trovate la documentazione Inail in merito.

Ambienti severi caldi: misure di prevenzione e norme

Come previsto, condizioni di caldo intenso possono essere associate sia al lavoro all’aperto che al chiuso. In ogni caso, sottoporre i lavoratori a sorveglianza sanitaria è essenziale e obbligatorio in tutte le attività che comportano il rischio di stress da calore. Inoltre, è importante ottenere un progressivo adattamento del sistema all’esposizione alle alte temperature.

Nei luoghi di lavoro outdoor, le principali misure di prevenzione dei rischi potrebbero essere:

  • Non lavorare in fasce orarie in cui le radiazioni UV sono più intense e la temperatura è più elevata (in genere, 11-15;
  • Eseguire turnazioni delle ore lavorative, tra attività all’aperto e al chiuso, al sole e all’ombra;
  • Con temperature superiori ai 30° C, svolgere pause di almeno 5 minuti in ambienti freschi e ombreggiati, ogni ora di lavo;
  • Bere molti liquidi per reintegrare la sudorazione, evitando bevande alcoliche e zuccherate.

Negli ambienti indoor, invece, alcuni esempi possono essere:

  • utilizzare sistemi di ventilazione e raffreddamento dei luoghi di lavoro;
  • organizzare il lavoro in modo da favorire la rotazione dei turni.

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